domenica 8 luglio 2012

Drop bass not bombs (riciclo testuale)


Sonny passione: padelle


Buongiorno a tutti. Numero finale dell'Urlo anno scolastico duemilaedodici, che sturiacce piene di mestizia. È proprio per questa occasione, per la solennità e l'importanza della ricorrenza che giungo ora a parlare di uno dei temi musicali più spinosi di questi ultimi anni. Oggi si pontifica riguardo un genere il cui ambiente è principalmente composto da tipi semi-rasati, teenager americane con un tasso ormonale piacevolmente esagerato e impianti acustici con un wattaggio oltremodo superfluo. Brostep.



Ho detto "brostep" e probabilmente pochissimi avranno subito capito a chi mi riferisco. Facciamo il ragionamento inverso, dico "Skrillex". Fermo; torna indietro. Rileggilo. Torna ancora indietro. Rileggi "brostep". Ecco. Perfetto, ora abbiamo costruito un nesso logico tra i due concetti. Qualunque cosa sentiate che vi ricordi anche solo lontanamente Sgrullex, ecco, quella è brostep. Prima di continuare voglio fare un appunto importante. Qua si fa cultura, altroché. Lo scrivo in maiuscolo così rimane bene impresso. 

BROSTEP È DIVERSO DA DUBSTEP. BROSTEP =! DUBSTEP. BROSTEP STA A DUBSTEP COME I CAVOLI A MERENDA. Dunque, Skrillex non fa dubstep. È così, sì. È una durissima verità da accettare, lo capisco; ma su, dai dai dai, si supera.

Fatte le premesse passiamo alla storia. Il genere nasce all'avvento del primo EP di Skrillex "My Name Is Skrillex" e il nome "brostep" viene coniato con senso dispregiativo: infatti, benché le ritmiche delle percussioni siano generalmente le stesse della dubstep, la brostep è caratterizzata da un fortissimo uso e distorisioni dei toni alti, a differenza della dubstep che fa lo stesso lavoro ma sui bassi. Inizialmente i due generi venivano confusi e dunque i puristi della dubstep (nb: so che è maschile, ma è cacofonico) hanno deciso che per marchiare a vita questo genere che poco apprezzavano sarebbe stato utile denominarlo utilizzando un termine caratteristico dell'ambiente in cui si è sviluppato. "Bro" è infatti lo "zio/tamarro/sociopaiura" nordamericano, e chi fa brostep in genere si ritrova nello stereotipo dello "zio/tamarro/sociopaiura" mondiale.

Il genere si sviluppa dunque in nordamerica, qui viene influenzato da sonorità provenienti da tutto il mondo. Per nominare un paio di artisti importanti, Excision appesantisce i suoi pezzi con forti influenze dei bassi dubstep, Datsik non disdegna di prendere ispirazione dall'intero ambiente dirty dutch (Afrojack, ndr), i Knife Party - in pratica sono due tizi provienienti dai Pendulum che si sono messi a fare brostep - prendono tutto ciò che può sembrare drum & bass e ce lo cacciano brutalmente dentro. Ce n'è per tutti i gusti: tutti frutti summer love. Infine Borgore prende gli spartiti di Skrillex e ci mette dentro un sacco di insulti e volgarità varie dette in americano slang stretto cattivo, e tutti improvvisamente si prendono strabene. Bravo Borgore, fai i milioni con una porcata.

Nota di merito sono però i concerti. Il liveset medio di un qualunque artista brostep è caratterizzato da una scelta di pezzi assolutamente imballabili né tantomeno piacevoli; ma nessuno va ad un live brostep per sentire la musica. Tu ci vai per ammirare estasiato gli impianti che si portano dietro. Non mi voglio dilungare, ma, recentemente, tale Downlink per un concerto da circa diecimila persone si è portato dietro un soundsystem da CENTOMILA WATT. Non aggiungo altro.

Ebbene, "brostep", ora sapete cos'è e potete picchiare chiunque vi dica che "Skrillex fa dubstep";  prendete due piccioni con una fava e picchiate anche chiunque si sia fatto i capelli come Skrillex: se lo merita.

EDITmi hanno fatto notare che ho detto una cazzata, per correttezza appongo giusto una nota. Borgore, pur producendo ormai brostep è uno dei capostipiti della dubstep americana. Insomma, è importante all'interno del panorama.

Tante care cose.

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