venerdì 30 dicembre 2011

Un passatempo interclassista

Personalmente tendo a non dare grande fiducia ad un tizio che pontifica riguardo la cura che porta al mantenimento dell'armonia nel suo pelo anale; no, non è che non tendo, semplicemente no. In realtà diffido anche dai tizi che pubblicano LP fatti per metà da flussi di coscienza vomitati su basi post-moderne. Ebbene, faccio una grandissima cazzata.

Lo chiamavano in tanti modi. La mamma Jacopo, i tipi durissimi che oggi spaccano tutto nel ghetto milanese Corvo, la sua Chiesa Dargen, gli amici JD; in realtà è un'entità sovrannaturale che fluttua nel costante progredire dell'essere ed esiste solamente in un angolino dell'iperuranio. Dargen D'Amico è un terrone trapiantato nella nebbia padana, passa i primi anni della sua vita in una pessima elementare e i secondi anni della sua vita fumando durante i pasti di nascosto come Ice-T e rimorchiando tamarre di borgata a Quarto Oggiaro in compagnia di un orbo di merda e di un tizio che sembra venire da Casablanca.

Era un mattino di Marzo, di quelli freddi che mannaggia il Gesù Bambino se mi fossi preso la sciarpa, passeggiava tranquillo in compagnia del suddetto orbo e ad un certo punto incontra un tale che sembra Palla di Lardo di Full Metal Jacket e che ha anche un sacco di fame. Ho detto una stronzata: non era Marzo, era il 25 Dicembre dell'anno zero e nasce così la prima compagnia di MCs post-olocausto. Dargen Da Frigo, l'orbo e Palla di Lardo danno origine alle Sacre Scuole e poi bon, gaudio e tripudio, botti e miniciccioli e non ce n'è più per nessuno. Posto che in un atto di grandissimo amore verso il genere umano questi arrivano ci lasciano velocemente una bibbia di tutto ciò che è giusto nel mondo e poi se ne vanno, il nostro Frigo preferito tira fuori per la prima volta il suo lunghissimo pene fatto di punchlines e lo caccia in gola a tutti. Ma è un altro discorso.

Ad un certo punto D'Amic s'incazza con Palla di Lardo e chi s'è visto s'è visto. Un silenzio glaciale per qualche anno, poi torna. Collabora con due zarri da paiura e poi manda una letterina fatta di Musica senza Musicisti. È di nuovo Natale e mentre apriamo questa letterina sperando di trovare il centone della nonna scorgiamo il testo: "ah, brutta merda, ti basti sapere che 'Io te l'avevo detto!'!". Ed è proprio così, mio caro Jacopone, tu ce l'avevi detto. Musica senza Musicisti è il primo lavoro da solista di Dargen D'Amico, una roba avanti, ma così avanti, che Michael J Fox al massimo gli fa un pompino con l'ingoio. Un alternarsi di tracce propriamente dette, pensieri stampati a caldo e viaggioni strumentali è un album che è tutto, veramente tutto, meno che apprezzabile (nel senso lato del termine). Un album assolutamente difficile da mangiare: un retrogusto di merda che campeggia nel tuo palato per tutta la masticata. Continuo a non capirlo; ma si sa, le sunne di Maometto sono criptiche ancora oggi. Su tutte Lo Amore per Tutti: un concentrato di Scibile Supremo condito a tecnicismi che vaffanculo alle vostre garette freestyle di merda. Incastratemi in due barre "stress" e "Ursula Andress" dove Andress non è usato come cognome e poi potrete guardarlo negli occhi (sottile).

Passa qualche tempo, panta rei, nel frattempo collabora con i noti Two Fisting aiutandoli nella pubblicazione del loro primo LP - gli scriveva i testi, ma non ditelo a nessuno - e poi, sulla via di Damasco, riceve la sacra unzione. Dopo questo evento non ci vuole molto prima che nasca questo dono fabbricato da Odino in persona. Il 2008 è il nostro secondo anno zero: Dargen D'Amico pubblica Di Vizi Di Forma Virtù, l'album che personalmente considero il più grande esercizio di lirica cantautorale partorito in Italia da tipo sempre. Non mi azzardo nemmeno a parlarne; è qualcosa di così squisitamente superbo da rendere vano qualunque tentativo di descriverlo. J per Jacopo prende le basi di Musica senza Musicisti e le rende più accessibili non intaccando però il loro essere assolutamente visionarie. Le suddette si fondono in modo quasi mistico a questo muro di testi che boh non parliamone ché altrimenti giu di botte pesantissime. Per citare un altro tale che ha piantato la tenda una spanna sotto Dargen, quelle di JD in tutte le tracce dell'album sono parole di miele dal sapore di sangue. Corvo? Ecco, grazie.

Il 2008 anno del Signore essendo il gentiliaco di un tale manicaretto lascia spiazzati un po' tutti per qualche tempo, pure Dargen. Non tocca più la penna per un paio di anni, fino al 2010 quando torna con quello che poi diventerà CD', il suo terzo LP. Non mi spreco in encomi per le basi o prolisse parafrasi dei testi; chiedo soltanto di andare a cercare un altro Cristiano capace di fare un intero concept album della lunghezza di 17 (diciassette) pezzi che parli solo di amore senza mai annoiare. Fatto? Ok. Ah, no; i Modà non valgono. E nemmeno Tiziano Ferro. Cosa? Montami la ram riempimi di spam? Ah, sì; sì, in effetti Immanuel Casto vale.

E niente, 'mo ha annunciato il suo quarto album, Nostalgia Istantanea, ma è un Dargen così Dargen che ha deciso di farci venire già la Nostalgia rimandandolo. Vaffanculo JD; se una tua prossima pubblicazione è la fine di una mia frase allora fino a quel momento lacrimerò virgole in attesa del punto.

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