domenica 1 aprile 2012

(IVDC) Indieanapolis 2012 - quello che non vi diranno


È da quando sono tornato dai quattro giorni a Rapallo che mi dico che dovevo scrivere qualcosa a riguardo. Nel senso che posato il culo a Torino ho subito pensato a ricominciare a scrivere qui e formalizzare qualcosa sull'IVDC. C'ho messo una settimana a metabolizzare il pensiero di dovermi mettere a quattr'occhi con l'editor di Blogger, ma ce l'ho fatta; l'antico vaso andava portato in salvo.

Allora, capiamoci subito. L'IVDC (coff) è un evento annuale organizzato da AIOMI (coff coff) - esatto, proprio quella cosca che fa capo ad Accordi (coff coff coff) e Carbone (coff coff coff coff) -. Quest'anno è successo che è stato proposto a The Indie Shelter di collaborare e quindi di organizzare uno stand, all'interno dell'evento, dedicato all'ambiente indie italiano. Noi abbiamo accettato. Questi sono i fatti.

Ora passiamo a vedere cos'è successo. Appena arrivò la proposta tutta la cricca di TIS era fortemente dubbiosa, anche (ma direi sopratutto) grazie alle vicende di Gioventù Ribelle e quindi al non proprio ottimo nome che Carbone ed AIOMI si erano fatti. Nonostante ciò, forse perché per una testata nata da appena una manciata di mesi era un'ottima opportunità o forse per l'euforia generale per un evento che richiama anche solo lontanamente l'atmosfera dell'E3 o della GDC, abbiamo accettato. Avanti veloce fino ad una settimana prima dell'evento. Siamo partiti con una serie di propositi fatti da AIOMI decisamente ricchi - che non elencherò - e siamo arrivati con una lista brutalmente mutilata. La puzza di merda era chiaramente nell'aria, ma essendo noi uomini di mondo (ed avendo firmato un accordo) abbiamo deciso di, comunque, affrontare il tutto con la massima serietà.

Abbiamo fatto giocare Dan Marshall ad un jrpg. Ciao proprio.

Gli imprevisti non sono mancati: gli effettivi partecipanti di TIS all'evento erano partiti con il presupposto di trovarsi davanti a qualcosa di mal organizzato e sopratutto eravamo pronti a qualunque altro tipo di imprevisto. L'atmosfera non era delle migliori. Arrivato devo dire di aver provato una certa soddisfazione nel vedere, finalmente, dal vivo i tanto decantati ed odiati Carbone ed Accordi. È un po' come quando a scuola senti sempre parlare di quel simpaticone che si limona tutte le tipe che piacciono a te ed un bel giorno ti ritrovi ad uscire nella sua stessa compagnia; una strana sensazione. Non voglio assolutamente dilungarmi nella descrizione di AIOMI in sé; questo non è un articolo di critica all'evento. Voglio invece parlare di Indieanapolis, la parte dell'evento che abbiamo personalmente organizzato.

In questo senso, anche qui, gli imprevisti non sono mancati. Prima dell'evento i rapporti con i developer chiamati per esporre i loro giochi non era dei migliori: non sapevamo come comportarci e le poche informazioni logistiche forniteci da AIOMI non hanno certo aiutato. Questa infatti era una delle nostre più grosse preoccupazioni: che i dev venissero in qualche modo "delusi" dall'evento. Il primo giorno ci siamo (anzi, mi sono, essendo oltretutto io il più piccolo della Compagnia delle Bande Nere) trovati davanti questo gruppo di giovani e meno giovani arrivati da ogni parte d'Italia per esporre il loro gioco. Ammetto che l'idea con cui sono partito è che per loro fosse un semplice passatempo; che in realtà per campare facessero altro e che non avessero detto di no a questa opportunità "tanto per". Mi sono dovuto ricredere.


La compagnia delle Bande Nere mi ha sostituito con una lavagnetta in sughero.

Dovete sapere che per tutta la durata dell'evento si sono susseguite una serie di conferenze a tema, a queste conferenze hanno partecipato anche una serie di nomi che personalmente non mi aspettavo - questo denota la mia attenzione verso i programmi di AIOMI, sono troppo in malafede -: il palco dell'IVDC ha visto Matt Hooper (Quake, Doom, Commander Keen, RAGE), American McGee (Alice Madness: Returns e tutti i suoi vari surrogati), Warren Spector (DEUS EX - !!!!! -, Epic Mickey) e Dan Marshall (Ben There, Dan That!). Io mi aspettavo una roba tipo squadrone che veniva portato da un punto A ad un punto B per il tempo strettamente necessario a dire quattro banalità, per poi essere velocemente rinchiuso in qualche ufficio stampa lontano da tutti.

La cosa veramente figa di tutto ciò è che ho parlato con questi signori Nessuno. Nel senso che è successo che ero sul terrazzo dell'Excelsior (la location dell'evento, a mio parere sbagliatissima, ma ho detto che non è un articolo di critica) ed ad un certo punto si avvicina American McGee e mi chiede come stava andando l'evento nella parte indie e come era messa in Italia la scena indipendente. Io non lo so, magari è colpa dei miei stereotipi da divo, ma non ci potevo credere. Non voglio nemmeno parlare della quantità di cuore che Warren Spector mette in ogni sua singola parola e nella glaciale compostezza di Matt Hooper, per poi scoprire che la sera andavano tutti all'unico pub di Rapallo con la cricca di AIOMI a bere come spugne. Surreale.

Cercavo la verità nella salsedine Rapallese.

Torniamo ai developer. Dopo il primo giorno ho scoperto una cosa decisamente strana: quelli che credevo essere dei "semplici passatempi" si rivelano essere invece delle ragioni di vita. Un ragazzo si è stufato di studiare ed ha cominciato a sviluppare videogiochi, lui è venuto all'IVDC per esporre il suo gioco e nel farlo metteva sul piatto tutto ciò che aveva. Una coppia di quasi-quarantenni con un sorriso sempre stampato in faccia ha portato due giochi, ha affittato un camioncino per trasportare una 40" touch screen su cui far giocare il proprio prodotto. Uno scrittore ha sviluppato un gioco e con invidiabile tenacia ha portato questa avventura grafica che impallidiva davanti al livello degli altri titoli esposti, ma ci metteva il cuore. È venuto fino a Rapallo per farlo. È stato quattro giorni lì, anche quando non sembrava esserci anima viva nell'intera fiera a parte una schiera di individui tutti muniti di pass. Uno sviluppatore si è presentato con niente in mano, pretendendo quasi l'impossibile prima dell'evento; per poi arrivare e mettere veramente il cuore (sì, lo so a disposizione di tutti. In quattro giorni ha tirato su un business plan per creare una sorta di "ordine" degli sviluppatori indipendenti. Non era un giovanotto, stava dando tutto se stesso per fare una cosa del genere, custodiva gelosamente le tech demo del suo nuovo motore, parlava ad ogni personaggio anche solo lontanamente importante del settore.

Qui si paga il bollo, ragazzi.

Non voglio fare un reportage dell'evento, è superfluo. Devo dire però che, da un certo punto di vista, quei quattro sfiancanti giorni mi hanno un po' cambiato. Non è stato un evento memorabile, non si sono visti interventi indimenticabili, non ci sono stati fiumi di persone che si accalcavano per provare i giochi; ho visto però delle persone scommettere tutto ciò che avevano nello sviluppo di videogiochi indipendenti, quella cosa che io stesso, che scrivo per un sito che tratta esclusivamente di quello, trovavo da un lato quasi infantile, un sogno irraggiungibile e riservato a pochi. Un tale, una volta, parlando della scena indie italiana, aveva detto che prima di ogni altra cosa, prima di imbastire aziende, prima di sviluppare prototipi, prima di organizzare eventi, prima di tutto questo, bisogna fare una cosa: bisogna stringere rapporti. I rapporti sono fondamentali. Se non ci sono dei rapporti non esiste alcuna scena. Noi di TIS con questi developer ci siamo andati a mangiare una pizza, oserei dire che ci abbiamo stretto amicizia, e grazie anche solo a questo ci sentiamo molto più vicini a loro che a quel noto sviluppatore indie italiano o quella personalità che scrive per il sito tal dei tali e fa centocinquanta condivisioni su Facebook al giorno.

Stringete rapporti. Vi prego. È bellissimo.

2 commenti:

  1. Bellissimo articolo, e concordo sullo stringere i rapporti tra sviluppatori, è quello che si fa di continuo sul forum di indievault (e poi anche dal vivo ovviamente) ed è quello che sta piano piano rendendo la scena italiana tra le più promettenti nel prossimo futuro

    RispondiElimina
  2. Gran bello, Fede. Mi hai commosso, davvero. Ci servono altre camminate sul lungomare. Fanno bene.

    RispondiElimina